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GUIDA Mythbuster PSU - Sfatiamo i miti sull'alimentatore

R3d3x

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23 Dicembre 2017
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Guida agli Alimentatori e i suoi miti


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Oggi nel ruolo di Mythbuster per sfatare i vari miti sugli alimentatori. È ormai una piaga che affligge il mondo dei PC: negozi che lucrano sui pre-assemblati, pagine Facebook / youtubers / canali Telegram / influencer tech che consigliano alimentatori approvati soltanto dai terroristi dell’ISIS. Non se ne può più del: “Ha sempre funzionato”

Tutti danno consigli sugli alimentatori non avendo la minima idea di cosa stiano parlando

Premessa da fare per il linguaggio usato in questo articolo. Chiarisco subito per i neofiti, con la sigla PSU mi riferisco agli alimentatori, ovvero Power Supply Unit, semplicemente traducibile come alimentatore. Altra "piccola" questione per la terminologia corretta che si sta sempre più radicando nei neofiti fin anche ad esperti del settore:
- Quando ci riferiamo ai volt parliamo di Tensione Elettrica (Voltaggio);
- Quando invece parliamo di watt parliamo di Potenza (Wattaggio);
- Quando parliamo di ampere ci rivolgiamo con il termine di Corrente nominale (Amperaggio).
Infine è da notare come abbia scritto volt e non Volt, watt e non Watt in quanto l'unità che viene scritta per esteso va scritta in minuscolo altrimenti ci si riferisce alla persona come nel caso di James Watt. Tutte le unità - non scritte per esteso - sono scritte in maiuscolo (V - volt, W - watt, A - ampere), anche per quelle composte quindi quando parliamo di kilowatt, bisogna scriverlo così: kW (sono invece errati Kw e KW). Non esiste il plurale di volt (volts) o di watt (watts) o anche di ohm (ohms); ho riportato giusto gli errori più comuni.
È ormai molto radicato l'uso dei termini Voltaggio (per dire Tensioni), Wattaggio (per dire Potenza), Amperaggio (per dire Corrente), ma questi non sono termini tecnici, ma soltanto una traslitterazione dall'inglese Voltage, Wattage, Amperage. Non sono esatti in quanto abbiamo già dei corrispettivi in italiano.
La Potenza si esprime in watt (W) ed è la risultante della moltiplicazione dei volt (V) * gli ampere (A e per l'amor di dio non Amp).

Indice:
  1. Etichetta di un alimentatore.
  2. Le Multi-Rail e colore delle Rail.
  3. Cavi EPS
  4. Affidabilità di un marchio.
  5. Affidabilità alimentatori cinesi e Protezioni interne.
  6. Badge 80+.
  7. Efficienza di un alimentatore.
  8. Alimentatori con grandi potenze (es. 1000 W) non incidono di più sulla bolletta.
  9. Alimentatori Sovra/Sotto dimensionati ed efficienza.
  10. Alimentatori consumano da spenti.
    1. Approfondimento
  11. Temperatura di esercizio dei PSU.
  12. DC to DC Vs Group Regolated
  13. PFC Attivo Vs Passivo.
  14. Il Ripple e i suoi danni.
    1. Range di accettabilità del Ripple.
    2. Longevità dei componenti.
    3. Impatto sull'Overclock.

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Capitolo 1: Etichetta di un alimentatore.
Le etichette degli alimentatori sono incomprensibili!


La prima cosa da fare in questo mondo di PC è: imparare a leggere una benedetta etichetta di un alimentatore! Ma andiamo per gradi e ricordiamoci che non tutte le etichette sono uguali ma in generale dovrebbero essere così disposte:

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(↑ Esempio di etichetta di un alimentatore)​

► AC Input, in genere sempre il primo in alto a sinistra, ovvero quale Corrente Alternata (AC - Alternate Current) dovrebbe entrare in quell'alimentatore. I PSU devono essere quindi omologati per quella europea, vi ricordo che in italia è 220-240 V a 50 Hz inoltre potrebbero essere omologati anche per quella americana a 110 V a 60 Hz.

► DC Output, ovvero le tensioni in uscita di Corrente Continua (DC - Direct Current) che dall'alimentatore entrano nei componenti del PC. Qui troviamo le Rail (+3.3V, +5V, +12V, -12V, +5Vsb etc.) ovvero i canali di alimentazione suddivisi in base ai volt. La maggior parte delle nostre componenti attinge potenza dal Canale +12V, questo è per l'appunto quello a cui bisogna prestare maggiore attenzione durante la lettura dell'etichetta. Al di sotto delle varie Rail divise per le tensioni, possiamo vedere quanti ampere porta ogni Rail. Con l'esempio dell'etichetta riportata sopra, abbiamo un +3.3 volt che porta 20 ampere, un +5 volt che porta 25 ampere, il +12 V1 porta 19 A, etc.


Immaginate i binari di un treno, ogni Rail è un singolo binario con determinate tensioni (Volt, ricordate che la parola Voltaggio è tecnicamente errata), diverso da ogni altro binario


► Queste correnti (ampere) portate dalle Rail vengono in genere chiamate Max Output o Output Power. Alcuni "furbetti" sugli alimentatori si fermano a questa descrizione non definendo la potenza emessa da quella Rail in watt; ma come spiegato poco fa basta fare una semplice moltiplicazione come ad esempio 5 volt * 25 ampere = 125 watt o ancora 12 V * 19 A = 228 W.

Come potete però notare dall'etichetta c'è una discrepanza tra i calcoli fatti poco fa e quelli riportati sull'etichetta, infatti se guardiamo e calcoliamo la 3,3V * 20A = 66 W + 125 W (calcolati precedentemente con la +5 V) ritroviamo un potenza (watt) totale di 191 W che non corrisponde alla prima riga dei watt in cui leggiamo invece 154 W.
Com'è possibile? Guardiamo per prima cosa la dicitura a sinistra dei watt, che viene chiamata solitamente Max Output Combined o in questo caso Combined Output Power.
Il Max Output Combined è la massima potenza (ricordate che il termine Wattaggio è tecnicamente errato) che possono fornire contemporaneamente quei canali, per spiegarlo più semplicemente dobbiamo anticipare qualcosa dal prossimo mito, fate quindi attenzione.

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Il nostro alimentatore ha come detto diverse Single-Rail in base alle tensioni (quindi il +3,3 V, il +5 V, il +12 V etc) e inoltre potrebbe a avere anche delle Multi-Rail (In genere sul +12 V chiamate: +12V1, +12V2, +12V3 etc), quindi 2/3/4 o più Rail su di una singola tensione (volt).

Immaginate i binari di un treno, ogni Single Rail è un singolo binario principale con la sua singola tensione (volt), ogni Multi-Rail invece è una biforcazione della binario principale che crea binari simili da uno grande di partenza che viaggiano alle stesse tensioni ma con minor potenza rispetto ad un singolo binario.

La potenza (watt) che ne risulta dalla somma delle Rail o delle Multi-Rail, sarebbero superiori alla reale potenza (watt) dichiarata - se li calcolassimo come fatto prima - ma bisogna ricordarsi che questo è il MASSIMO che si può prelevare CONTEMPORANEAMENTE dalle varie uscite e può quindi essere diverso dal prodotto della moltiplicazione della corrente nom. e delle tensioni (volt) e dalla successiva somma delle varie Rail o Multi-Rail, è praticamente il limite di potenza che si può generare da quei due binari se attivi contemporaneamente.

Immaginate un treno che viaggia da solo ad un massimo di 66 km/h sul binario chiamato +3.3 V, mentre sul binario vicino un altro treno che parte dopo sul binario +5V può andare a 125 km/h. Se questi treni viaggiassero insieme però, non potrebbero andare rispettivamente a 66 km/h e 125 km/h poiché rischierebbero un incidente, quindi si devono entrambi limitare poiché l'intera pista di binari non sopporterebbe due treni che complessivamente viaggiano ad una velocità superiore ai 154 km/h quindi entrambi si devono limitare ad esempio a 106,5 km/h per il treno intercity e a 47,5 km/h per il treno regionale così da non superare il limite complessivo di 154 km/h.


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(↑ Esempio di +12 V pieno sui 650 W)
Ricordiamoci che se dichiarato, il Max Output Power di un +12 V deve essere il più vicino possibile alla potenza totale dell'alimentatore (un buon valore dovrebbe essere del 90% o più). Ad esempio, il mio EVGA SuperNova G3 650 W possiede una sola Rail +12 V che genera 54.1 A che corrispondono a 649.2 W! L'EVGA G3 possiede un potenza (watt) piena sulla Rail +12 V, pari quasi al 99,9%! Questo ci fa già capire l'elevata qualità dell'alimentatore (potenza specifica sul +12 V vicina al 100%), mentre ad esempio ricordiamo i Cooler Master ACAB-M4 600 W che sul +12 V hanno solo un'anacronistica potenza specifica del 68% sul totale dichiarato quindi soltanto 408 W su 600 W.

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Capitolo 2: Le Multi-Rail e colore delle Rail.
Un PSU con Multi-Rail è meglio!


Continuando il discorso delle Rail possiamo avere anche alimentatori Multi-Rail sul +12 V (volt). Esempio: +12 V1, +12 V2, +12 V3, +12 V4, etc.
Quest’ultime sono state create principalmente per problemi costruttivi oltre i 30 A (ampere - corrente nominale) suddividendo in più rami la potenza dell’alimentatore e per ridurre numerosi fastidi come disturbi e picchi ma non è una caratteristica essenziale per gli alimentatori, infatti molti PSU di qualità continuano ad avere un'unica Rail (Esempio EVGA con i SuperNova). Ad oggi dopo numerosi test, non c'è un reale vincitore, ma le Multi-Rail possono trarre in inganno molti utenti ignavi.

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(↑ Esempio di cavi colorati e le Rail corrispondenti tra cui il PS_ON)

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(↑ I Vari cavi)​


È inoltre interessante sapere che i cavi colorati dei vecchi PSU hanno dei significati, i nuovi psu non li hanno più principalmente per estetica ma se ricordate un vecchio alimentatore vi ricorderete subito di quei cavi di tanti colori che avevano in realtà ognuno un significato:
- il nero è e sarà sempre la massa (Ground),
- il giallo che rappresenta il +12 V presente in tutti i cavi come la massa,
- il blu il -12 V,
- l’arancione è il +3 V,
- il rosso è il +5 V,
- il bianco il -5 V,
- il viola è il +5 Vsb (differisce dal +5 V poiché viene usato quanto l’alimentatore è in Stand By infatti c’è la dicitura "sb"),
- il verde situato solo sul 24 PIN è dedicato all'accensione del PSU (PowerON) e se collegato ad un filo nero tramite il cosiddetto "ponticello" ci permetterà di accendere l’alimentatore poiché se non collegato alla scheda madre, il PSU non si accende.

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(↑ Esempio di Ponticello)​

Tip Extra: Da questo ponticello possiamo capire se un alimentatore funziona, se il nostro pc non si accende e nessuna ventola parte la prima cosa da sospettare è proprio l'alimentatore, possiamo capirlo molto rapidamente tramite il test del ponticello tra PS_ON e COM (Dove COM rappresenta la massa) con un qualsiasi cavetto. Una volta fatto collegatelo alla corrente e vedete se il PSU si accende, se il risultato è negativo avete trovato il problema.

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Capitolo 3: Cavi EPS
Per fare overclock spinto devi mettere il secondo 4 pin per la CPU!

Un cavo 8 pin EPS possiede 4 linee 12 V e 4 masse comuni. È diverso dal connettore 8 pin PCIe che possiede invece soltanto 3 linee 12 V, 3 ground (massa) e 2 sensore (A e B). Infatti per non far creare errori le forme di incastro sono differenti.

NOTA BENE: Attualmente molti produttori di PSU mettono sul PSU la scritta CPU/VGA/GPU laddove si innesta il cavo di alimentazione nel PSU. Sebbene l'innesto sia uguale, l'output del cavo è diverso!

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Quindi se ogni cavo è da 12 V e abbiamo in un EPS da 8 pin soltanto 4 cavi da 12 V con una corrente massima per ogni cavo di 7 A arriviamo alla cifra di 336 watt erogati da un solo 8 pin EPS (valore che già attualmente nessuna CPU supera, spesso non la si supera neanche durante sessioni di overclock estremo con azoto liquido se non in pochissimi casi di CPU energivore). Mentre un singolo EPS da 4 pin con soltanto 2 cavi da 12 V arriverebbe teoricamente ad un massimo di 168 W.

2 cavi * 12 V * 7 A = 168 W

4 cavi * 12 V * 7 A = 336 W

Sebbene i cavi reggano ufficialmente una corrente pari 7 A, i produttori di PSU, segnalano come massima corrente nominale 5 A, che si traduce in 4 c * 12 V * 5A ovvero la potenza scende da 336 W a 240 W. Questo poiché molti preferiscono non prendersi responsabilità e non coprire eventuali danni da parte dell'utente, essenzialmente è solo un escamotage per restare in valori più sicuri, e per questo motivo si aggiunge un connettore 4 pin supplementare (alcune schede madri top di gamma addirittura un 8 pin supplementare che è una vera esagerazione al di fuori di ogni possibile strategia di marketing). Diverso è il calcolo per un EPS da 4 pin poiché ogni cavo quindi regge ufficialmente 8 A per cui siamo ad un valore di 192 watt.

2 c * 12 V * 8 A = 192 W

4 c * 12 V * 8 A = 384 W

I PSU più recenti (e i più validi) con cavi AWG 16 possono reggere anche correnti nominali superiori arrivando quindi finanche a 384 watt senza il minimo problema!

Questo spiega il perchè non c'è bisogno di cercare un PSU con 2 cavi EPS o spendere di più per ottenerli, se li avete bene, se non li avete fa nulla. Non vi servono, la maggior parte delle CPU ha bisogno dai 150 W ai 250 W al massimo.

Ma cosa sono i cavi AWG?
AWG
sta per American Wire Gauge. Si tratta di uno schema di codifica per il diametro dei fili, usato solo negli Stati Uniti, questa scala si basa sul numero di passaggi che il cavo deve subire attraverso la trafila prima di arrivare alla sezione desiderata. All’aumentare del valore AWG, diminuisce il diametro, significa che più è alto il numero AWG e più sottile sarà il cavo. Esempio AWG 16 sarà più voluminoso rispetto ad un AWG 20 e quindi sopporterà correnti maggiori senza sciogliersi.
La maggior parte dei PSU utilizza l’AWG 18, PSU di fascia alta offrono gli AWG 16 mentre è sconsigliato l’acquisto di PSU con cavi AWG 20.

AWGDiametro (Ø) in mmSezione trasversale in mm²Equivalenza mm²
161.291.3051.5
181.020.790.75
200.810.510.5




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Capitolo 4: Affidabilità di un marchio.
Questo Corsair fa schifo, evitalo! Prendi questo Enermax è sempre ottimo dal 2003!


Fatta questa spiegazione sulle etichette andiamo passiamo ora all’Affidabilità di un Marchio.a maggior parte dei produttori di alimentatori come noi li conosciamo, ad esempio: Corsair, Cooler Master, EVGA, Be Quiet, Thermaltake, e quant’altri, si affidano quasi tutti a ditte esterne che producono alimentatori, come ad esempio Super Flower, Seasonic, CWT, Great Wall, Delta, FSP, Sirtec, HEC etc.
Queste ditte che sono definite OEM (Original Equipment Manifacturer) producono alimentatori, li vendono ai grandi marchi (o sono loro stessi a vederli sul mercato), che li rimarchiano a loro volta nei loro alimentatori, fin qui nessun problema.
Il problema nasce quando OEM di livello inferiore offrono ai grandi marchi dei prodotti scadenti a prezzi stracciati che loro rivendono a molto di più, dando al cliente un prodotto di pessima qualità che può mandare sovratensioni arrivando a far bruciare i circuiti di alcuni componenti spesso il primo è la scheda video, ma non si limita solo a questo, un pessimo alimentatore può avere altre gravi problematiche di affidabilità come riavviare improvvisamente il PC mentre giocate o editate, incidere non poco sulla bolletta per la sua pessima efficienza, scaldare così tanto da rischiare di rompersi e diventando rumoroso quanto un Boing 737 sempre se non va in protezione e vi si spegne il PC, questo sempre se abbia la protezione per farlo, altrimenti festeggerete capodanno in anticipo con qualche condensatore che scoppia e resistenza che brucia.

Non è quindi il marchio in sé a far pena ma la ditta dalla quale viene prodotto l’alimentatore.

Questo spiega inoltre perché uno stesso marchio come ad esempio la molto blasonata Corsair ha alimentatori eccellenti come la Serie AX e AXi prodotti da Seasonic e Flextronics, prodotti di buona qualità come alimentatori delle Serie CS-M/TX-M prodotti da Great Wall e alimentatori inguardabili come la Serie VS, gli inaffidabili RM e i vecchi CX (etichetta verde) prodotti da CWT che solo ultimamente si è rifatta con la nuova Serie CX.
Oppure com'è successo per Enermax, è passata dal produrre e vendere alimentatori di qualità altissima all'affidarsi (dopo la chiusura della loro fabbrica per la produzione diretta) attualmente per la maggior parte dei modelli di fascia medio-bassa alla produzione CWT con modelli simili ai vituperati Corsair VS, o a OEM di bassa qualità come Yue-Lin.
È un po' rimasta sugli allori dei tempi passati. Non è quindi calata la qualità in fascia alta, ma il loro brand non è più sinonimo di sicurezza al 100% soprattutto in fascia bassa.

Non è una questione prettamente di marchio o di quale OEM lo produce ma nello specifico di quale piattaforma OEM utilizza l’alimentatore.

Il modo più facile per sapere su quale OEM si basa quel modello di alimentatore sono soltanto le review, personalmente vi consiglio questo sito che vi linko:

per il resto diffidate dalla maggior parte di siti e recensori di hardware se non specializzati in PSU, perché nella maggior parte dei casi è fuori dalla loro competenza, sono componenti completamenti diversi dal resto del PC. Se volete vedere qualche recensione completa di un PSU potete farlo sul canale youtube di Falco75.

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Capitolo 5: Affidabilità alimentatori cinesi e protezioni interne.
Il mio PSU grigio cinese dice che ho 1000 W ma il pc sotto carico si spegne, perché?


Sono alimentatori anche di marca - oltre che i soli cinesoni - che dichiarano di essere per esempio da 800 W ma sul +12 V ne erogano soltanto 300 W con una potenza quindi decisamente bassa e fasulla, spesso sulle etichette alla voce DC Output viene addirittura omessa la potenza in watt; oppure l'etichetta è inventata di sana pianta e non saprete nulla di cosa può fare realmente quell'alimentatore finché non lo proverete di persona, cosa che non è esattamente sinonimo di "una scelta sicura".
Prendete per esempio la prima etichetta postata sopra: è un PSU da 550 W, ma sul +12 V abbiamo solo 360 W, decisamente misero rispetto alla potenza totale. Come detto per l'EVGA SuperNova G3, la rail del +12 V dovrebbe avere una potenza (watt) pressoché simile alla potenza totale dell’alimentatore per essere decente. Se il PSU dichiara 800 W, ma sulla rail del +12 V (volt - tensione) porta 300 W (watt - potenza), questo è la potenza massima che potrete sfruttare realmente.
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Inoltre molti alimentatori cinesi (non tanto quelli marchiati) mancano di protezioni e chip supervisori, nella maggior parte dei casi avranno un fusibile e un MOV dicendo che hanno la protezione per cortocircuiti e sovratensioni, ovviamente risultano inutili, l’alimentatore nella maggior parte dei casi si brucerà sotto stress.

Le protezioni principali e imprescindibili sono:
  • OVP e UVP, protezione da sovra/sotto tensione (volt),
  • OPP protezione dalle sovrapotenze,
  • SCP protezione dai cortocircuiti,
  • OCP protezione da sovracorrenti,
  • OTP protezione dalle alte temperature.
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Capitolo 6: La poca validità del Badge 80+
Prendi un 80+ Gold! Sono i migliori!


Tutti parlano di questa certificazione 80 Plus sulle etichette, ma esattamente cosa sono? Sono indicatori dell'efficienza di un alimentatore conformi con le linee guida Energy Star 5.0. Attualmente non c'è alcun obbligo nella certificazione dei PSU.

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(↑ Tabella con le efficienze per ottenere le certificazioni 80 Plus nei vari range.)​

Gli alimentatori che sono conformi a queste regole e superano un insieme definito di test saranno poi pubblicizzati con l'appropriato badge 80 PLUS in base al loro livello di efficienza. Nasce nel 2004 periodo nel quale poteva essere anche apprezzabile ma se non aggiornato negli anni risulta inutile o controproducente.
I principali difetti:
  • Numero di misurazioni troppo basso per classificare un alimentatore in una delle sue categorie.
  • La metodologia lascia la possibilità ai produttori di inviare i "modelli migliori" di ogni prodotto.
  • Il test è condotto ad una temperatura ambiente è molto bassa.
  • Non misura il consumo in standby (vampire power), per il mercato europeo, dove tutti gli alimentatori dovrebbero seguire le direttive ErP Lot 6 e ErP Lot 3.
  • Non prende in considerazione l'efficienza della linea +5 V SB.
  • Non c'è nessun dettaglio sull'apparecchiatura usata per testare.
  • 80 PLUS non agisce in alcun modo contro i bollini fasulli.
Infine queste certificazioni non valutano altro se non l'efficienza, che è ovviamente importante, ma c'è soprattutto bisogno di valutare anche altri fattori come ripple, stabilità nella regolazione delle linee, risposta ai carichi transitori, tempo di hold-up, rumorosità e affidabilità in condizioni estreme. Questo ci porta alla conclusione che l'alimentatore con questa certificazione non è esente da altri problemi maggiori, inoltre un PSU con un bollino 80+ Gold potrebbe addirittura essere peggio di un 80+ Bronze.

Ci sono soltanto 3 livelli di carico - 4 con la certificazione Titanium che aggiunge il 10% - ovvero 20%, 50% e 100%. Andrebbe quindi testata l'intera curva di carico dallo stand-by al 100%. In più, il circuito di correzione attiva del fattore di potenza (APFC) può facilmente fare impazzire le letture di un misuratore di potenza sotto carichi molto bassi. Un OEM che vuole frodare il sistema potrebbe facilmente farlo inviando come detto modelli migliori o truccati apposta per ottenere bollini migliori e poi rivendere tutt'altro e ci sono stati casi anche di marchi famosi che l'hanno fatto: furono testati degli alimentatori su piattaforme di OEM Enhance e FSP, per poi trovare in vendita dei modelli su piattaforma Andyson che non avevano nulla a che fare con quelli testati da 80 PLUS o ancora il caso di un 80+ Gold che raggiungeva a malapena i valori di un 80+ White. I test dovrebbero essere fatti su di un esemplare random preso dalla linea di produzione.

Inoltre i PSU sono testati a temperatura ambiente, il che si traduce in temperature anche sotto i 20° e come possiamo vedere dal capitolo 10 di questa guida, c'è decisamente un problema in questo tipo di misurazione in quanto non si tiene conto del de-rating del PSU. Una corretta metodologia dovrebbe invece testati a 30° - 40° - 50°. Questo interessa soprattutto a coloro i quali vivono in paesi caldi (non c'è bisogno di immaginarsi l'Africa anche l'Italia va già più che bene), durante l'estate sforare i 40-45° a temperatura ambiente non è impossibile o improbabile anzi direi che è quasi la norma qui in Italia.
Le specifiche ATX indicano inoltre che deve essere misurata anche l'efficienza della guida 5VSB. Tuttavia 80 PLUS lo ignora totalmente. Le direttive ErP richiedono un efficienza del 45% a 0,1 A e 0,25 A mentre per 1 A richiede il 55% di efficienza.

Non è finita qui, poiché sembra che il programma 80 PLUS non abbia il tempo, l'autorità o la motivazione per gestire i badge di certificazione falsi. Vale a dire che ci sono PSU con certificazioni mai ottenute. Se ognuno dei bollini avesse uno specifico codice identificativo (come un QR Code) che identificasse ogni singolo modello, sarebbe molto più difficile per i produttori usare false certificazioni invece bisogna spulciarsi tutto l'elenco.

Giusto per rigirare il dito nella piaga, quando un OEM certifica una piattaforma con 80 PLUS, i brand che usano la stessa piattaforma non hanno bisogno di fornire i campioni dei loro modelli a 80 PLUS per la valutazione, anche se li hanno modificati cambiandone magari la reale efficienza. Questo significa che solo la piattaforma originale viene realmente testata, e che se il cliente vuole, può evitarsi il test completo e prendersi una certificazione 80 PLUS a metà del prezzo normale. Bisognerebbe invece testare ogni singolo modello.

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Capitolo 7: Efficienza di un alimentatore.
Ho un PSU da 500w 80+ Bronze quindi ho un PSU da 400 W!


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Passando ai miti sull'efficienza, se avete un alimentatore da 500 watt con un'efficienza dell’80% non significa che fornirete al PC solo 400 watt questo concetto è assolutamente errato, significa invece che è necessario attingere dalla presa di corrente circa 625 watt per fornire 500 watt al PC in quanto la restante parte è dispersa in calore per fenomeni fisici, il cosiddetto Effetto Joule, il calcolo è relativamente semplice basta fare:

500 W / 0.80 eff = 625 W

Ovvero l’efficienza (80) divisa per 100 (0,80), successivamente bisogna dividere potenza totale (500 W) per il quoziente della precedente divisione (0.80 eff), da qui ne risulta la reale potenza richiesta alla presa di corrente (oltre che un facile calcolo dei watt in più assorbiti).

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Capitolo 8: Alimentatori con grandi potenze (es. 1000 W) non incidono di più sulla bolletta.
No, un 650w non lo voglio consuma troppo!



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Alimentatori da 700 W, ad esempio, non consumano più di alimentatori di 500 W a pari carico applicato. Questi due alimentatori consumeranno quasi esattamente allo stesso modo in base a quanta potenza richiede il vostro PC con quel determinato carico (film in streaming, gaming, editing, stress test etc...), tutto ciò si basa sull'efficienza a quel carico.
Non vi fidate? Compratevi un Wattmetro e 2 alimentatori uno da 500 W e uno da 1000 W per alimentare la stessa configurazione, vedrete che la potenza richiesta alla presa è la stessa.

Esempio: Un carico di 350 W su di un 700 W sarà "più efficiente" rispetto ad un carico di 350 W su di un 450 W, disperdendo meno energia in calore (effetto Joule) e quindi con una riduzione sulla bolletta. Il prossimo mito vi farà meglio capire la questione dell'efficienza.

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Capitolo 9: Alimentatori Sovra/Sottodimensionati ed efficienza.
Per quella build ti servono almeno 1000 W!


Bene ma cosa succede se prendete un alimentatore sottodimensionato?
Semplice l’alimentatore non reggerà il carico e andrà in protezione, sempre se c’è l’ha, altrimenti a parte potrete comprare un bellissimo estintore rosso fiammante.

Cosa succede invece se prendete un alimentatore sovradimensionato?
Se monto un i9-9900K e una 1080Ti ho bisogno di 1000 W questo è quello che sentite da i grandi tecnici di youtube e facebook, ed effettivamente non sembra avere nessun problema.

Non è totalmente sbagliato ma non è totalmente giusto:
Parlando sempre di efficienza, questa bisogna immaginarla come una curva in un grafico cartesiano, le ordinate saranno la percentuale di efficienza mentre l’asse delle ascisse rappresenta il carico in watt o in percentuale di carico.

Il carico massimo di una build dovrebbe attestarsi su metà del potenza (watt) del PSU, questo semplicemente per avere la massima efficienza dall'alimentatore, questo è vero. Quindi con un alimentatore da 1000W e una configurazione con un i9-9900K in Overclock e una GTX 1080Ti sarebbe la scelta più azzeccata per le sessione di gaming estreme.

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Ma c’è un ma, non è esattamente così. Basta pensare che un alimentatore da 650 W a parità di qualità costa la metà di un 1000 W, spendere 200€ invece di 100€ per un PSU spropositato non avrebbe senso in quanto, si l’efficienza diminuisce oltre la metà del carico, ma dal 50% fin quasi il 90% del carico (quindi tra i 300 W ai 600 W seguendo la curva di questo 650 W 80 bronze in rosso) l’efficienza rimane ancora molto elevata comunque oltre l’80% quindi il primo motivo è che il calo di efficienza dopo il 50/60% del carico non impatta così tanto sull'efficienza, il secondo è che proprio questo cambio di efficienza non giustifica una spesa di 100€ a parità di piattaforma. Questo solo se tutti i nostri componenti stanno girando al massimo, cosa che nell'utilizzo reale non succederà probabilmente mai.

Il nostro PC non starà mai al 100% del carico ma più spesso su di un 50-80% quindi per la maggior parte del tempo saremo comunque sull'efficienza massima con il 650 W mentre saremo addirittura su un efficienza minore con un 1000 W poiché inizialmente l’efficienza è più bassa, questo lo si nota ancora di più in idle con un carico quindi del 10% dove il 1000 W avrà un'efficienza davvero bassa, mentre per il 650 W lo stesso carico equivale ad una percentuale di circa il 20% dove l’efficienza sarà più alta di quella del 1000 W.

Il consiglio è quello di dimensionare l'alimentatore in modo che, sotto il consumo massimo che potrà imporgli il vostro PC, si arrivi a una potenza erogata tra 70% e 80% della potenza totale.

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Capitolo 10: Gli Alimentatori consumano da spenti.
Spengo sempre la ciabatta poiché il mio PC consuma troppo da spento!

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Si, l'alimentatore continua ad attingere energia, si parla di standby power, phantom power o vampire power, quando ciò avviene mentre il pc è spento. Gli alimentatori più recenti, specie quelli venduti in Europa e certificati per essere conformi ErP/EuP, consumano meno di 0,7 watt in questa modalità, una quantità molto trascurabile.
Non è quindi consigliato spegnere quella ciabatta per risparmiare poiché potreste andare a pagarne ben di più. Infatti spegnere la ciabatta o staccare la spina è la prima causa alla base dei Fake boot o Double Boot. Inizialmente si parte con un doppio boot, ovvero una fase di check della scheda madre che controllo le componenti, per poi andare di nuovo nella fase di boot strap. È di facile risoluzione, ma con l'avanzare del tempo causa problemi di maggiore entità. Il motivo è dovuto all'usura dei condensatori che porterà ad una fase terminale in cui il PC non riesce più ad accendersi.

Quindi il vostro risparmio andrà a farsi benedire quando andrete a pagare l'assistenza tecnica, che cercherà il problema nel PC ma non troverà la vera causa, a quel punto vi cambieranno l'alimentatore e scheda madre con tutta probabilità e forse una nuova scheda video, e vi ritroverete ad aver speso molto di più che quei pochi euro lasciando il pc collegato alla corrente. Altro problema minore è l'usura della pila della scheda madre, che andrà poi sostituita facendovi dannare per capire qual è il problema. Altra piccola spesa più, la spesa dell'assistenza.

Spesso non riesco neanche a capire perché poi i fissati spengono il loro PC o la ciabatta, ma non spengono mai la ciabatta della televisione o le staccano la spina. Lo sapete che anche quelle consumano? Cioè se dovete fare i fissati fatelo bene.
Vi lascio due video, il primo è per come attivare l'ErP/EuP, il secondo è un approfondimento sulla questione fake boot e danni dello staccare la ciabatta.

Video: Perchè i LED restano accesi?
Video: Perché non devi spegnere la multipresa?

Approfondimento

La corrente di spunto (inrush current), o sovratensione di accensione, si riferisce alla massima corrente di ingresso istantanea assorbita da un dispositivo elettrico alla prima accensione. Quella di un PC è considerevolmente elevata rispetto ad altri apparecchi elettrici, a causa della corrente di carica dei condensatori APFC, i PSU producono una corrente di spunto significativa non appena vengono accesi. Una corrente di spunto sufficientemente elevata può provocare l'intervento di interruttori automatici e fusibili e può anche danneggiare switcher, relè e raddrizzatori a ponte, oltre a danneggiare la componente filtrante ovvero i condensatori.

Un condensatore ideale può mantenere la carica e l'energia accumulata all'infinito, ovviamente nella pratica reale questo non succede. Nei condensatori elettrolitici non è presente un materiale dielettrico, ma l'isolamento è dovuto alla formazione e mantenimento di un sottilissimo strato di ossido metallico sulla superficie di una armatura a contatto con una soluzione chimica umida. La parte interna degli ESR è definita dalla conducibilità elettrolitica. Perciò, gli elettroliti utilizzati nei condensatori ESR devono essere particolarmente conduttivi. Per aumentare la conducibilità elettrolitica è necessario aggiungere degli additivi. Uno di questi additivi è l'acqua. Grazie alla porzione di acqua, il numero di ioni liberi e quindi anche della conducibilità elettrolitica aumenta. Tuttavia, un'acqua impura può aggredire il corpo d'alluminio dei condensatori, corrodendolo. Il processo di corrosione forma dei gas all'interno del condensatore, aumentandone la pressione (si nota infatti che i condensatori si gonfiano). Sulla superficie superiore, il corpo in alluminio è dotato di un punto di rottura predeterminato, cosicché il gas dispone di una via d'uscita quando la pressione raggiunge un livello limite. Tuttavia questo punto di rottura potrebbe non rompersi causando lo scoppio del condensatore. Gli elettroliti ancora presenti possono contaminare il PCB del PSU o della motherboard e creare dei cortocircuiti, con il rischio di appiccare anche un incendio.

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Capitolo 11: Temperature di esercizio del PSU.
Ma il mio CX500 con etichetta verde ha sempre funzionato benissimo!

La temperatura di esercizio di un alimentatore è in genere mediamente fissata fino ai +40°, alimentatori di ottima fattura arrivano anche a 50°. Questi due valori in Italia sono difficilmente raggiungibili nelle nostre residenze. C'è però un periodo abbastanza breve d'estate dove la temperatura esterna sfiora e in alcuni casi supera i +40°.
OK ma parliamo di temperatura esterna alle nostre case e ai nostri uffici, ma in genere nella nostra abitazione si è più freschi (tra condizionatore e ventilatori) e quindi raramente si arrivano a 40° interni o comunque li si supera. Restano comunque dei casi limite per questi alimentatori da +40°.

Il problema dov'è? È negli alimentatori che hanno una temperatura di esercizio (operating temperature) ad un massimo di 30°!
Per quanto l'Italia, non sia così al Sud, le temperature in genere già dalla metà di maggio fino alla metà di settembre possono superare i 30°. Nasce, quindi, una nuova problematica che li riguarda ovvero il de-rating del PSU.

Praticamente tutti gli alimentatori hanno una curva di declassamento basata sulla temperatura ambiente. Prendiamo per esempio un alimentatore con una operating temperature di 50° (quindi un ottimo alimentatore), guardando il grafico notiamo che all'aumentare della temperatura ambiente oltre la quale si utilizza l'alimentatore, si perde di conseguenza una buona parte della potenza.

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Questo de-rating inizia tipicamente a temperature ambiente superiori a quelle di esercizio, ciò causa aumenti di temperatura all'interno dell'alimentatore. La potenza in uscita normalmente scende al 50% ad una temperatura ambiente massima di 70 ° C.
Bene, ora immaginate un alimentatore che ha il de-rating dopo i 30°, appena si sale di temperature la sua potenza diminuisce, e si ritroverà in quello stato da maggio fino a settembre.

Cosa causa una diminuzione della potenza? L'alimentatore non riuscirà a reggere il carico e avrà bruschi cali di potenza, che non si traducono per forza nello spegnimento del vostro PC. Potrebbero invece presentarsi come drop pesanti di fps (molto di rado) a tratti durante il gaming, fin anche allo spegnimento per le protezioni interne (se funzionano altrimenti bruciate le resistenze o se siete dei fortunelli festeggiate capodanno con i condensatori). Questo poiché l'alimentatore inizia una riduzione della potenza nominale specificata dell'alimentatore sull'etichetta, durante il funzionamento ad un'alta temperatura o sul funzionamento a bassa tensione in ingresso, per attenuare gli aumenti eccessivi della temperatura dei componenti e garantire che i componenti non superino i limiti termici arrivando al punto critico.

Il funzionamento di questo declassamento non è sempre lineare come nel grafico, ma spesso può tradursi in un immediato brusco calo di potenza fin anche al 25% della potenza quindi un alimentatore che sta erogando 500 W potrebbe trovarsi ad erogarne 375 W, ma ora immaginiamolo in una situazione più reale:

Alimentatore certificato 80 Plus Bronze, che dovrebbe dare 500 W ma sul +12V ne eroga 456 W, immaginiamo quindi che si trovi davanti ad un bel gioco Tripla A con R5 1600 @ 4GHz che sta assorbendo quindi circa 150 W, più una bella scheda video RX 580 che ha mediamente un consumo durante il gaming di 200 W con picchi di potenza fino a 250 W.
Questo significa che ci ritroviamo mediamente a circa 350 W di consumo più un abbondante 50 W per il resto del sistema, ovvero ben dentro le specifiche del nostro alimentatore.
Ecco cosa succede se arrivano i famosi 30° ambiente:
Drop del 25% dei Watt, quindi da 456 W scendiamo a 342 W, perdita potenza causata dal de-rating dell'alimentatore. Il PSU non regge il carico, e inizia a tagliare i viveri a CPU e GPU che dovranno o limitarsi se è possibile riducendo il frame rate o la temperatura sarà tale da mettere in allerta i sistemi di protezione e arrestare il PC.

Giusto per chiarezza l'etichetta che ho usato è quella del CX 500 W con etichetta verde. Mi sembra scontato che se montate un CX 650/750 W ma il vostro PC consuma solo 350 W a pieno carico, anche se c'è un pesante de-rating, il pc non si spegne perchè ha sufficiente potenza, questo non significa che non state logorando il PSU e che non possiate avere freeze o drop di fps. Ancora potreste avere una grande instabilità nelle tensioni generate come vedremo tra poco con il prossimo mito su cosa causa un oscillazione piccolissima sulle tensioni, figurarci bruschi cali di potenza.

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Capitolo 12: Alimentatori DC to DC Vs Alimentatori Group Regulated.
Ma il tuo alimentatore è DC to DC? Non lo so!

Oggigiorno esistono 2 grandi macro-categorie di alimentatori:
1. Group Regulated
2. DC to DC (DC sta per Direct Current, ovvero Corrente Continua)

I Group Regulated sono nati prima degli attuali DC to DC, di più recente entrata in commercio, ma nessuno (o quasi) è a conoscenza del fatto che, ancor prima, esistevano gli Indy Regulated (Indy sta per Indipendent, ovvero Indipendente).

All’epoca, questi ultimi, erano la normalità ed erano composti da un trasformatore separato per ogni linea. Questi ultimi furono soppiantati dagli alimentatori Group Regulated, quando la potenza richiesta dalle rail minori iniziò a calare drasticamente, sfruttando principalmente la 12 volt.
In questo modo, essendo i Group Regulated più economici, era possibile ottenere le tre tensioni - 3,3 V, 5 V, 12 V - dallo stesso trasformatore.

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↑ Test Crossload, ne abbiamo due. CL1 è sulle rail minori mentre CL2 è sul 12 volt.​

Tutto questo ebbe però un prezzo:
In caso di forte carico su una linea (es. carico di 35 A sulla 12 volt) e bassissimo sulle altre (es. carico di 0 A sul 3.3 volt e 5 volt), si riceve l’effetto Crossload cioè cambiamenti, fuori dai limiti dello standard ATX nelle regolazioni delle tensioni.

Gli alimentatori DC to DC, sono nati proprio per superare questo problema dato che il trasformatore principale, è preposto esclusivamente per la sola 12 volt; mentre le linee 5 volt e 3,3 volt, sono ottenute via VRM a stato solido riducendo al minimo la potenza su queste tensioni, rispetto gli alimentatori Group Regulated.

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Capitolo 13: Alimentatori con PFC Attivo Vs Alimentatori con PFC Passivo.
Se ha il PFC Attivo è più meglio!1!

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↑ Power Factor Correction​

Tutti gli alimentatori di una certa qualità, hanno PFC attivo (in inglese Active PFC). Ma cosa è il PFC e a cosa serve?

È il cosiddetto Power Factor Correction (tradotto in correzione del fattore di potenza), cioè la correzione dello sfasamento tra la potenza attiva e reattiva.

In ingegneria elettrica, il fattore di potenza di un sistema di alimentazione elettrica è definita come il rapporto della potenza reale assorbita dal carico alla potenza apparente che scorre nel circuito, ed è un numero adimensionale nell'intervallo chiuso da -1 a 1. Un fattore di potenza inferiore a uno indica che la tensione e la corrente non sono in fase, riducendo il prodotto medio dei due.

La potenza reale è il prodotto istantaneo di tensione e corrente, e rappresenta la capacità dell'elettricità per eseguire lavori.

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PFC Attivo: Alcuni tipi di PFC attivi sono buck, boost, buck-boost e condensatore sincrono. La correzione attiva del fattore di potenza può essere a singolo stadio o multi-stadio. Nel caso di un alimentatore a commutazione (DC to DC), viene inserito un convertitore boost tra il raddrizzatore a ponte e i condensatori di ingresso principali. Il convertitore boost tenta di mantenere una tensione costante sulla sua uscita mentre assorbe una corrente che è sempre in fase con la frequenza della tensione di linea. Un altro convertitore in modalità commutata all'interno dell'alimentatore produce la tensione di uscita desiderata.

PFC Passivo: Il modo più semplice per controllare la corrente armonica è utilizzare un filtro che passa la corrente solo alla frequenza di linea (50 o 60 Hz). Il filtro è costituito da condensatori o induttori e rende un dispositivo non lineare più simile a un carico lineare. Uno svantaggio del PFC passivo è che richiede induttori o condensatori più grandi di un circuito PFC attivo con potenza equivalente. Inoltre, in pratica, la PFC passiva è spesso meno efficace nel migliorare il fattore di potenza. quindi, per concludere, tipicamente il PFC passivo nei psu ATX era semplicemente una grossa induttanza. il PFC attivo invece ha il famoso diodo boost.

Gli SMPS (alimentatore a commutazione) con PFC attivo, possono raggiungere un fattore di potenza fino a 0,99.
Gli SMPS (alimentatore a commutazione) con PFC passivo, possono raggiungere un fattore di potenza di circa 0,7-0,75.
Gli SMPS (alimentatore a commutazione) senza correzione del fattore di potenza, possono raggiungere un fattore di potenza di circa 0,55-0,65.

NOTA BENE: la presenza del tasto sul retro dell’alimentatore, che vi fa scegliere tra 110 V AC e 220 V AC è un chiaro segno della mancanza del PFC o di un PFC passivo.

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Capitolo 14: Il Ripple e i suoi danni.
Ma il mio alimentatore va benissimo ha sempre funzionato!

Spesso vedo i tanti discenti di Falco75 affermare ciò che lui afferma, senza però capire bene i danni che può provocare il Ripple fuori standard e spesso non riescono a controbattere realmente all'affermazione degli utonti, se non rispondendo il PSU si spacca, esplode, brucia, e fa danni. OK ... ma come li fa questi danni?

Direi di partire con lo spiegare cos'è il Ripple o Voltage Ripple. Gli alimentatori forniscono energia in base alle specifiche classiche degli ATX, ovvero 12 V, 5 V e 3,3 V (il ripple affligge tutte e 3 le principali rail). Questa però è un utopia, ovvero gli alimentatori non forniscono esattamente 12V DC spaccati (V - volt, DC - Corrente Continua/Diretta, spesso scritto unito come VDC) sulla rail del +12 V ma più spesso oscillano tra due valori, esempio oscilla tra un +12,03 V DC e +12,07 V DC il cui ripple è di 40 mV.

1 V (volt) equivale a 1 000 mV (millivolt) quindi 12 V equivalgono a 12 000 mV; tra 12 030 mV e 12 070 mV c'è una differenza di 40 mV.​

Il Ripple è quindi traducibile come Oscillazione, e per l'appunto il Voltage Ripple non è altro che l'oscillazione di tensione. Per misurare queste oscillazioni, abbiamo bisogno di un oscilloscopio molto accurato.
Possiamo inoltre distinguere due tipi di Ripple, uno ad alta frequenza (HF o High Frequency) ed uno a bassa frequenza (LF o Low Frequency).
  • L'onda maggiore che si crea è definibile come ripple a bassa frequenza.
    Guardando l'immagine e regolandomi ad occhio direi che un quadrato equivale a 50 mv (da +11,90 V a +12 V sono 2 quadrati esatti quindi 0.10 V che sono 100 mV diviso per il numero dei quadrati - 2 - è uguale a 50 mV a quadrato). e che dal picco dell'onda alla sua depressione sono circa 200 mV.
  • C'è inoltre un secondo ripple quello ad alta frequenza ovvero un "increspatura/disturbo" su tutta l'onda stessa che crea una più piccola onda. Guardando l'immagine e regolandomi ad occhio direi che un quadrato equivale a 50 mV e l'increspatura non supera mai quel valore ma si attiene più o meno su questo livello.
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Guardando l'immagine vediamo come quest'ultima oscilla in un range di +11,90 V DC e +12,15 V DC ma più precisamente va in un intervallo tra +11,92 V DC e +12,14 V DC. L'oscillazione non è esattamente di 250 mV, ma è poco meno quindi la distanza tra picco-picco è di 220 mV (forse poco più, diciamo 225 mV). Il ripple è quindi l'oscillazione complessiva da picco a picco, che comprende High Frequency Ripple + Low Frequency Ripple, non è quindi la somma dei due 50 + 200, ma la loro grandezza complessiva come unico essere.

Con queste informazioni posso andare a vedere il range di accettabilità (i range li vedremo a breve nella guida), e vedo che la tensione rientra nei valori range minimi e massimi di tensione ma il valore di 220 mV non rientra nei valori di ripple picco-picco poiché supera i 120 mV dello standard ATX, quindi questo alimentatore non rispetta le specifiche ATX.


Range di accettabilità del Ripple


Mentre un'eccessiva ondulazione di tensione è negativa e causa i suddetti problemi, un voltage ripple entro i limiti è perfettamente normale (Anche poiché non è affatto facile azzerarlo). Tutti gli alimentatori ATX, dai migliori ai peggiori, hanno una certa quantità di voltage ripple semplicemente per il loro design e la loro progettazione.
Per questo motivo, la specifica ATX ha imposto dei limiti per il Voltage Ripple. Varia da una rail a rail, ed è la risultante dalle differenze di tensione di ogni rail. Le specifiche ATX richiedono che il +12 V DC abbia un ripple massimo di 120 mV (millivolt), mentre per le rail +5 V DC e +3,3 V DC, un ripple massimo di 50 mV; questa è la massima oscillazione permessa.

Naturalmente range più bassi o differenze di range, includono o escludono alimentatori di diverse fasce. Per esempio, per fare un overclock spinto non utilizzerei un alimentatore con 80 - 120 mV di Ripple, ma preferirei un PSU con un Ripple sotto i 40 - 60 mV.

Generalmente, le tensioni di alimentazione devono essere sempre entro il ± 5% dei loro valori nominali. Le tensioni di alimentazione negative utilizzate poco, hanno una tolleranza del ± 10%. Esistono degli standard specifici per ogni rail per il ripple, in una larghezza di banda di 10 Hz - 20 MHz:

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Passiamo ora agli effetti deI Ripple, esso agisce su due punti fondamentali a mio avviso: longevità dei componenti e sull'overclocking.

Longevità dei componenti


La maggior parte dei componenti, a livello dei condensatori, avrà determinate tolleranze per l'oscillazione delle tensioni applicate (Voltage Ripple). Il superamento dei livelli nominali di ripple, per un condensatore, può portare a problemi di stabilità. Il ripple diminuirà la durata dei componenti (almeno in parte) a causa della maggiore generazione di calore. Nei condensatori a base di liquido, il calore extra generato può accelerare l'evaporazione degli elettroliti. Quando si supera il valore di ripple di tensione per i condensatori, si può creare ulteriore calore oltre quello già presente. Ma cosa succede se i livelli di Voltage Ripple superano sufficientemente il rating per il condensatore? Il condensatore potrebbe persino "scoppiare" (Sentite lo scoppio di un petardo di capodanno nel vostro PC, ecco perchè spesso si allude agli alimentatori cinesi come botti di capodanno o c4) oppure le resistenze che vengono messe a dura prova, possono arrivare a generare una fiammata che poi si propagherà all'interno dell'intero PC.
Mentre questi sono esempi estremi, per gli alimentatori economici, può diventare spesso la realtà.

L'effetto esatto di questo in numeri reali purtroppo non è stato ben testato (pubblicamente), ma per un punto di riferimento, la regola di Arrhenius afferma che la vita stimata di un condensatore elettrolitico non solido è raddoppiata per ogni calo di temperatura di 10° C . Il calore supplementare generato diminuisce anche l'efficienza dei componenti (la perdita di potenza attraverso il calore è un evento comune in tutta l'elettronica). Questo naturalmente soltanto a livello dell'alimentatore, ma cosa succede se questo voltage ripple viene applicato a tutte le componenti?
La stessa identica situazione, sulla scheda madre, sulla scheda video, sulla scheda audio, ritroviamo vari condensatori che subiranno lo stesso trattamento, inoltre i loro condensatori possono avere specifiche inferiori a quelle montate dai condensatori dell'alimentatore e subire maggiormente l'oscillazione. In una situazione ipotetica ma a visibile tutti i giorni, spesso il danno alle schede madri e alle schede video è in gran parte causato o da una scarsa dissipazione o da una cattiva alimentazione, o la combinazione di entrambi i fattori. Non crediate che gli RMA di schede video e schede madri siano pochi anzi spesso sono gli RMA più numerosi poiché sono i primi componenti a rompersi.

Accennerei ad un altro evento importante:
Un alimentatore da spento non deve lasciar passare nulla, e fin qui tutti d'accordo. Ma se l'alimentatore non riesce a contenere il ripple neanche da spento che succede? L'intero PC, a causa di questo buco nel filtro, continua a subire il ripple anche da spento e a logorarsi nel tempo.
Questo è impensabile per un alimentatore "normale", significa che c'è un buco nel filtro e il livello del PSU è più che infimo.

Impatto sull'Overclock


Un altro risultato del Voltage Ripple può essere il ridotto potenziale di overclocking. I VRM su schede madri e schede grafiche filtrano e rimodulano (ancora una volta) le tensioni in entrata al meglio delle loro possibilità, ma quest'ultime non sono perfette, in qualsiasi caso manterranno parte delle oscillazioni (Ripple). Quando si effettua l'overclocking, è necessaria una certa tensione per mantenere un overclock stabile. Le tensioni da applicare variano da GPU a GPU (o CPU a CPU o RAM a RAM), ma in generale l'obiettivo è sempre quello, cercare il compromesso giusto tra tensioni e clock mantenendo la stabilità. A causa del Voltage Ripple (Che sono piccoli e rapidi cambiamenti di tensione), una caduta di tensione potrebbe comportare il mancato rispetto di una tensione per la GPU sufficiente a mantenere la sua stabilità a tale velocità di clock. Ciò comporterebbe il rendering della GPU in modo errato con artefatti video, il crash del driver o addirittura l'instabilità generale.

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Capitolo 15: Corrente Alternata in entrata nei PSU
Lo metto su 120V o 230V ?

Nel nostro PSU arriva una corrente alternata con un valore efficace di 230V +/- 10% ad una frequenza di 50Hz +/- 1% (definito per normativa europea), dal PSU in poi questa corrente diventa corrente continua a 12V che passerà nelle varie componenti e verrà decrementata e regolata attraverso i VRM (Voltage Regulator Module o Modulo regolatore di tensione) delle varie schede.

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La corrente alternata è un'onda sinusoidale con un'ampiezza e un intensità variabili a differenza della corrente continua che è rappresentata con una linea retta. La corrente continua è unidirezionale, mentre la corrente alternata inverte la direzione con una frequenza fissa (50 Hz in Italia), in modo progressivo partendo da 0 arrivando al picco per poi tornare a 0 e invertirsi scendendo al picco più basso.
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1) tensione di picco 2) tensione picco picco 3) valore efficace 4) periodo

In un'onda sinusoidale distinguiamo 5 valori:
  1. 2 Tensioni di picco (valore massimo e minimo)
  2. 1 Tensione picco-picco
  3. 1 Valore efficace
  4. 1 Periodo o Ciclo
In un'onda sinusoidale, i valori di picco sono due in un solo ciclo.
Il ciclo o periodo è concluso quando le tensioni raggiungono tutti i valori possibili, positivi e negativi, completando quindi questa S per poi ripartire all'infinito.
Un solo ciclo dura 20 ms, se 1 sec è composto da 1000 ms, 1000 ms / 20 ms da come risultato una frequenza di 50 Hz ovvero quante volte questo ciclo si ripete in un secondo.
Il valore efficace è quindi dato dal V max * 0,707 (numero valido solo per onde sinusoidali), che è semplicemente l'inverso della radice di 2 (il numero di picchi in un ciclo).

1/√2 = 1/1,414 = 0,707

Il valore efficace di una corrente alternata è l’intensità della corrente continua (ampere) che, attraversando lo stesso conduttore, dissiperebbe per effetto Joule la stessa potenza della corrente alternata. Ovvero un resistore, se collegato alla rete elettrica alternata, dissiperebbe una potenza variabile. Se lo stesso fosse applicato ad una corrente continua avrebbe un valore medio intorno ai 230V.


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Se il tuo alimentatore non ha questo bollino, è solo un fermaporte...

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Guida di R3d3x
Canale YT: https://www.youtube.com/c/TechqpR3d3x

Revisione di Falco75
Canale YT: https://www.youtube.com/channel/UCg8YjbZgHqv784ZVXu7y8nw


Si ringrazia Joe.V76 per la sezione PFC e DC to DC

È vietato riprodurre parzialmente o interamente la guida senza l'autorizzazione dell'autore secondo l'art. 70, Legge 22 aprile 1941 n. 633.
 
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