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Chernobyl assediata, cosa può accadere?

Saimon

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8 Dicembre 2018
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Chernobyl è passata sotto il controllo russo.
Sui giornali sono comparsi articoli che preannunciano un nuovo disastro nucleare.
Cosa può realmente accadere? Lo scopriamo qui sotto...

Facciamo prima tre considerazioni:
- Non è presente nemmeno un grammo di Iodio 131, che decade in pochi giorni, che nel combustibile esausto è uno dei problemi principali in quanto volatile;
- il Cesio 137, anch’esso abbastanza volatile, è la metà di quello che era presente nel 1986, e in ogni caso si tratterebbe solo di quello che è rimasto una volta che il corium è rimasto esposto all’esterno;
- il combustibile produce molto poco calore di decadimento, pertanto non potrà dar fuoco alla grafite mischiata ad esso come aveva fatto nell’86.
Dunque, anche se si scoperchiasse qualche canister, con ogni probabilità si produrrebbe del pulviscolo radioattivo, che però si depositerebbe nelle zone circostanti (disabitate): non vi sarebbero nubi che viaggiano per migliaia di km. Sarebbero dunque necessari lavori di cleanup della zona per decontaminare gli strati più superficiali del terreno, ma nulla di catastrofico.
Discorso invece per quanto riguarda l'impianto vero e proprio: il nuovo contenimento purtroppo non è costruito per resistere a missili di alcun tipo. È fatto per proteggere l’interno dalla pioggia, e l’esterno dalle polveri radioattive che si potrebbero produrre durante lo smantellamento, e lo fa mediante due strati di acciaio, distanziati fra di loro svariati metri.
In caso di bombardamento, sarebbe quindi possibile un rilascio di polveri, che però anche in questo caso non andrebbero a depositarsi lontano.
Vi sono poi le centrali attualmente funzionanti in Ucraina: si tratta di 15 reattori, che producono oltre la metà dell’energia elettrica nazionale. TUTTI questi reattori sono dei VVER, che essendo dei PWR hanno tutta la parte che contiene materiale radiologico ben difesa all’interno del contenimento di cemento armato.
In una centrale però non è presente solo l’isola nucleare, bensì anche la sala turbine, le torri di raffreddamento, eccetera. Tutte queste sono meno corazzate, più grandi e più vulnerabili agli attacchi, ma non contengono materiale pericoloso che potrebbe essere rilasciato nell’ambiente.
Il rischio maggiore sarebbe se la centrale perdesse la sua connessione elettrica, e gli edifici attorno all’isola nucleare fossero distrutti, mettendo fuori uso TUTTI i generatori di elettricità ausiliari e le pompe di emergenza. A quel punto si tratterebbe di uno scenario simile a quello di Fukushima, in cui il circuito primario è perfettamente integro, ma non è garantito il raffreddamento del nocciolo: in questo caso occorrerebbero diverse ore, prima che il calore di decadimento provochi un meltdown, abbastanza da permettere un intervento esterno, che sarebbe comunque complicato in quanto terreno di guerra.
Non conosco a fondo il VVER-V320, quindi non so precisamente di quanto si parla in termini di autonomia nello scenario di offsite power loss, né quanto sia implementata la sicurezza passiva, ma si parla comunque di tempi piuttosto lunghi.
Dunque le centrali sono indistruttibili? No, con un dispiegamento sufficiente di armamenti antibunker, artiglieria pesante, e bombardamenti, nemmeno un reattore potrebbe resistere. Ma lo sforzo sarebbe ripagato da un ritorno minimo in termini di effetti sul territorio nemico - le centrali non sono comunque collocate nelle immediate vicinanze dei centri abitati.

Sono state segnalati livelli di radioattività anomali a Chernobyl, cosa significa?
Al momento la notizia NON risulta confermata dalle agenzie internazionali; tuttavia il sito di monitoraggio della radioattività che per primo ha rilevato i valori anomali è solitamente affidabile.
Ammesso che la notizia sia vera, le interpretazioni possibili sono due:
-la prima è quella che avevamo già formulato noi ieri, sebbene a livello di mera ipotesi: un danno ad un deposito di materiali radioattivi dovuto agli scontri nella zona. Se così fosse, si tratterebbe comunque di una contaminazione che coinvolge un’area molto ristretta in una zona sostanzialmente disabitata;
-la seconda è quella riportata da un’agenzia Ucraina, secondo cui i livelli anomali sono causati dal sollevamento di polveri radioattive dovuto agli scontri e al transito di mezzi pesanti nella zona, che ha portato i sensori, posti ad una certa altezza, a rilevare maggiori quantità di radionuclidi (link nel primo commento).
In entrambi i casi, i livelli di radioattività segnalati al momento non risultano pericolosi per la salute in caso di esposizione temporanea. Si potrebbero avere rischi in caso di esposizione di durata superiore ad un mese, ma, allo stato attuale delle cose, riteniamo estremamente improbabile che la radioattività resti a questi livelli così a lungo.
Va comunque contemplata la possibilità che si tratti di una fake news. La zona è attualmente sotto il controllo dell’esercito russo, che ha in ostaggio il personale scientifico che lavora allo smantellamento dell’ex impianto. L’information warfare è una tecnica che i russi hanno dimostrato di saper usare molto bene, e Chernobyl è probabilmente l’arma di terrorismo psicologico più potente al mondo.
 
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