continui a non esprimerti, mentre io sono curioso di sapere cosa ne pensi tu che hai letto fresco fresco il Silmarilion e altri della serie de Il Signore degli Anelli / Lo Hobbit, quindi hai memoria "storica" di come si sono svolti i fatti ...o dovrebbero, perchè io li avevo letti anni fà prendendoli dalla biblioteca e la memoria mi ha abbandonato.
Su questo... dai esprimiti, stanno seguendo gli scritti di Tolkien oppure è un "liberamente tratto"?
Il mio parere da fruitore a cui piace questa grande avventura ma che proprio "appassionato" non sono, inizio a dire ora che la quarta puntata è pubblicata che:
- Galadriel ci sta come aspetto, ma non come atteggiamento... insomma l'idea (che premetto arriva dal film che non dal testo) che mi ero fatto è di una donna già adulta, posata ma saggia, "magica" (leggesi in possesso delle conoscenze elfiche); mi ritrovo invece una giovane donna, con un carattere ardimentoso, in balia di forze che non controlla... insomma, una sprovveduta qualunque...non mi ci ritrovo con la Galadriel del SDA...non è che passino poi tante centinaia di anni alla guerra dopo, sono elfi ed invecchiano mooolto lentamente.
- ok mi è scappato di andare su Wiki a vedere la storia di Galadriel... ha quell'epoca non era già sposata?
- stessa cosa ovviamente per Elrond, troppo giovane o sbaglio? Ma li ci può stare pure con il mezz'elfo!
- Elrond ok al ragazzo rosso, ma prendetene uno che in un certo qual modo somigli ad un giovane Hugo Weaving perdinci!
- lasciamo stare le quote etniche "forzate"
- Numenor e l'aria di mare... fantastica, nulla da eccepire anzi ...da rimanere a bocca aperta.
A parte quindi poche cose che non mi tornano "a pelle", mi piace molto, mi intriga il mistero che sono riusciti a creare e ovviamente il ritrovare la terra di mezzo.
Trovo per esempio la regressione sia nelle terre degli uomini (piccoli villaggi e non grandi città), sia negli hobbit (che sono ancora a livello di nomadi) e che lasciano presagire il germe della futura e millenaria cultura che poi si vedrà nella terza era.
Molto ben fatto!
Accetto la sfida
In breve: sono d'accordo col dire che non sia tutta da buttare, ma che nemmeno mi entusiasmi. La aspettavo da tanto tempo, e dai vari teaser usciti mi aspettavo una catastrofe, che invece non penso sia avvenuta nel totale.
Tuttavia, la ritengo semplicemente un prodotto commerciale, adornato e guarnito benissimo, di oro e qualsiasi cosa preziosa, ma senza anima.
Quando lessi un libro di ""crescita"" personale (di cui non ricordo il titolo"), ricordo che si diceva che, uno dei modi per adulare il prossimo, è dirgli esattamente quello che vorrebbe sentirsi dire per guadagnarsi il suo consenso; ecco, questa serie, come tanti altri prodotti, penso sia un'adulazione al pubblico di massa, dando in pasto quello che richiede.
I film (o le serie TV) che ti restano nel cuore non sono spesso quelle che ti appoggiano, ma quelle che ti forgiano; in cui ci sono scelte coraggiose, fatte con rispetto e cuore.
Ecco, la trilogia di Peter Jackson - che anche per i fan più accaniti presenta qualche difetto, ma penso sia considerabile comunque un'ottimo prodotto (personalmente un capolavoro) - era un prodotto coraggioso, dalla durata non gradita al pubblico di massa, e fatto con rispetto verso le opere dello stesso Tolkien, con tutti i limiti che si potevano avere realizzando un film su un libro così lungo e pieno di eventi.
E anche se son passati 20 anni, direi che non ha proprio età, come i libri di Tolkien non sono invecchiati: come può, d'altronde, un messaggio invecchiare, quando questi è universale?
Fatta questa premessa, è oggettivo prendere coscienza che chiunque si avventuri nella realizzazione di un film (o serie TV che sia) sul mondo Tolkieniano porta il fardello (Padron Frodo nooo che fai) della trilogia di PJ e anche del suo super cast, ed è molto, molto pesante partire con questa ansia da prestazione.
Oltretutto, come per Lo Hobbit, il Silmarillion - quello è il periodo, anche se hanno i diritti sullo su Il Signore degli Anelli, per cui ci stanno attingendo dalle appendici - ha una narrazione non proprio semplice da adattare sul grande schermo; scrivere una sceneggiatura all'altezza non Penso sia per nulla semplice.
Ora, sapendo di essere arrivato solo alla quarta puntata della prima stagione, parto con ciò che trovo di più positivo: paesaggi e CGI tendenzialmente al top, certi sono davvero stupendi (tralasciando il mannaro che sembra un cagnolino deforme). Numenor in particolare pazzesca - qualche incongruenza tra descrizione della sua geografia e la realizzazione (se quella che abbiamo visto è la capitale, non dovrebbe essere sul mare), ma comunque tanta roba (boccio solo le statue in stile presidenti USA all'entrata).
Altra cosa pro: ci sono dei dettagli, quasi da "nerd", che sono molto apprezzabili dai fan (personalmente ci stanno, ma se manca il succo principale meh), come il discorso sul significato del nome Elendil, oppure
l'elmo di Hurin della casa di Hador che compare in una scena nei nani.
Riguardo le quote etniche, per chi legge: non fatevi ingannare; non è così che si crea "inclusione" e "accoglienza" verso chi è immigrato; questi elfi "neri" e uomini dai tratti somatici orientali nella popolazione di Numenor (se notate bene, in mezzo alla folla, nella quarta puntata si vedono) li ritengo solo una fonte di guadagno, un modo per aumentare il bacino di pubblico potenzialmente attratto da questo tipo di opera al di fuori di quello occidentale, e guarda a caso, guadagnare di più - ricordatevi sempre che è Amazon che produce la serie, non la Croce Rossa o qualche altra Onlus.
A chi non va giù questo discorso delle varie etnie non è né razzista né xenofobo, e mentre chi si scaglia contro a queste posizioni dando del razzista, e mostrandosi a favore di questa inclusione, personalmente non sta appoggiando alcun progetto di inclusione e accoglienza, ma anzi, si sta facendo alleato dell'ipocrisia.
Questa serie è costata e costerà tantissimo; Bezzos può permettersi di andare in rosso, chiaro, ma non penso sia nei suoi progetti.
Detto questo, comunque c'erano dei margini per inserire elfi dalla carnagione più scura - per esempio, Maeglin, uno dei traditori e fautori della caduta di Gondolin, viene descritto come più scuro degli altri elfi- in teoria non troppo per carnagione, però lo si poteva interpretare in questo modo, e boh, inventare qualche storiella improbabile e inserire così il personaggio di Arondir - che comunque, a mio modo di vedere è l'attore che più ha il portamento da elfo di tutti gli altri, almeno per il momento.
In ogni caso chiudo questa parentesi sulle varie etnie, perché comunque è inutile affossarsi e ci si passa sopra, anche perché i problemi rilevanti questa serie.
Due sono i problemi principali: il tipo di epicità e la caratterizzazione, sia dei singoli personaggi che delle popolazioni nel loro complesso.
Riguardo il tipo di epicità: mi sembra molto più vicina a quella dei videogame che a quell'epicità senza tempo che Peter Jackson ha saputo azzeccare e immergere nei film, traendo dal libro.
Questo penso sia dovuto al fatto che i personaggi in questa serie appaiono più come "stereotipi": meno difficile da realizzare e scrivere, ma anche più banali e comuni. Una cosa che contraddistingue invece libri e nella trilogia sono che i personaggi rappresentano degli archetipi, che arrivano più in fondo al cuore e ci conquistano.
Certo, ripeto: cronologicamente siamo nel Silmarillion, e non è facile avere dai testi un ottimo inquadramento dei personaggi per esprimerne la loro epicità; tuttavia, elementi come Finrod Felagund potevano avere ben altro spessore, seppur il tempo fosse risicato.
Riguardo la caratterizzazione dei personaggi ora, io mi chiedo: fossero sviluppati con mediocrità nei libri, capirei tutta questa necessità di riscriverli.
Ma sapendo di essere di fronte al capostipite del fantasy moderno, perché stravolgere tutto? Funziona nei libri, ha funzionato nei film di PJ, perché non tentare anche qua?
I peggiori penso siano gli elfi.
Sono troppo "umanizzati": come dici tu stesso, in Galadriel non c'è quella profonda magia, quel senso di saggezza e mistero che la avvolge; certo, Cate Blanchett è davvero tostissima da sostituire, e Morfydd Clark che la interpreta in questa serie, da un punto di vista visivo, è molto congrua e non stona per nulla.
Però è caratterizzata malissimo: questo elfa, condottiera di legioni del nord, la quale ha brevettato le piccozze da ghiaccio prima della nota azienda Grivel, appesa su qualche improbabile cascata di ghiaccio, la quale appena monta a cavallo le scappa un sorriso pari all'espressione di chi esagera troppo con la droghe leggere, e mi lascia solo con un
"boh".
Poi come hai detto anche tu: sembra una ragazzina sprovveduta; va bene che siamo un migliaio di anni prima della terza era, ma lei la prima era se l'era sparata tutta con Morgoth, e la saggezza dei tempi antichi e degli alti elfi che hanno visto la luce dei Due Alberi non le dovrebbe mai mancare (ha partecipato pure all'attraversamento a piedi del Ghiaccio Stridente dei Noldor, dopo il giuramento di Feanor). Che le venga detto da un uomo del Sud, che nemmeno conosce Numenor, come comportarsi nel reame della Stella, la fa sembrare molto ragazzina, ed è imbarazzante.
Con tutta sta ansia di creare personaggi donne super guerriere, capaci di piroette fantastiche perché: "non solo i maschi ne sono capaci", le è è stata tolta tutta l'eleganza e la saggezza che invece la rendevano più grande di qualsiasi personaggio guerrafondaio.
Senza soffermarci troppo su di lei e sulle sue avventure improbabili, in generali tutti gli altri elfi - e in particolare Elrond (dal punto di vista estetico, nel libro viene descritto come il "mai giovane, mai vecchio", quindi farlo apparire uno sbarbatellino in ascendente carriera politica con i capelli da ribelle meh), Gil-Galad (direste mai che è il Re Supremo dei Noldor?) e Celebrimbor (più che il forgiatore dei grandi anelli, sembra il giocattolaio di Mamma ho perso l'aereo) male male.
Elrond che arriva a piedi a Khazad-dûm è una caduta di stile paurosa.
Ripeto, quello che ha dimostrato di avere il miglior portamento da elfo - e soprattutto un bellissimo paio di occhi profodi - è Arondir, una "misera" guardia in una terra lontana e desolata.
Siamo lontanissimi dalla regalità dei personaggi di ISDA, ma pure dagli elfi che compaiono ne Lo Hobbit: Thranduil, in confronto a tutti questi elfi, sembra un dio.
Riguardo gli uomini, la regina Tar-Mìriel e Pharazon sono stati quasi invertiti: la prima dovrebbe essere rispettosa degli elfi e delle tradizioni, non arrogante e focosa. Mentre il secondo è troppo tranquillo al cospetto di Galadriel, mentre nel libro viene descritto nettamente come il più superbo, arrogante e disprezzatore dei Valar e degli elfi (ma vero che le malelingue di Sauron ancora non lo hanno raggiunto, quindi vabbé, può passare).
Gli attori non sono male, in particolare la regina la trovo dal giusto portamento, ma per Pharazon secondo me sarebbe stato il top avere Oscar Isaac, che ha recitato anche in Dune e davvero penso che potesse essere molto molto potente in quel ruolo.
Gli uomini di Numenor tuttavia non si notano differenti dagli altri uomini "comuni": non si vede così tanto la loro altezza, né la loro fisicità o maggior superbia/caparbietà.
Per Elendil penso abbiano scelto un buon attore (meno per Isildur), ma la sua stazza fisica (uno dei più alti tra gli uomini, quasi 2 metri e 40) non viene fatta risaltare. Anche il personaggio è stravolto rispetto al libro, ma diamogli tempo e vedremo.
Gli uomini del Sud non mi dispiacciono affatto, tranne per Mowgli che gioca con una strana Spada col marchio di Sauron al posto di seguire i rimproveri di Baghera, e si, il fatto che vivano in villaggi fangosi e putridi lo trovo molto coerente e in linea.
Per gli orchi non saprei: meglio de Lo Hobbit sicuro, ma mi ricordano troppo quelli del videogame Shadow Of Mordor, però vedremo dai.
Per i nani, boh, non c'è stato ancora un grande approfodimento.
Mi chiedo solo perché inserire le donne nane senza barba, quando sono chiaramente descritte da Tolkien come "nane barbute, quasi indistinguibili dai nani" (detto anche nel film Le Due Torri, dal nostro caro Gimli). I Durin, padre e figlio, mi ricordano molto lo stile dei nani de Lo Hobbit (meno le guardie, che sembrano dei puffetti bizzarri, ma vedremo), quindi un po' più fiabeschi e comunque ci sta come interpretazione.
Tuttavia, l'unico reame che non mi convince è Khazad-dûm (altresì chiamata Moria), che trovo meno "profonda" e misteriosa, sia della Moria del Signore degli Anelli sia di Erebor de Lo Hobbit - ma non abbiamo ancora visto tanto.
Sui Pelopiedi non so, penso ci sia ancora da attendere: tanti dicono che siano molto noiosi, ma comprendo e riconosco in pieno che non sia per nulla semplice adattare un popolo abbastanza "sempliciotto", per nulla misterioso e abitudinario. Anche l'introduzione de Lo Hobbit nel primo film, che si sofferma in Hobbiville, è da molti ritenuta noiosa e lenta.
Effettivamente è così proprio il popolo, e farlo rendere su pellicola penso sia davvero davvero difficile.
Anche qui, piccola nota etnica: nella descrizione del prologo si dice che: "
I Pelopiedi erano i più scuri, bassi e minuti; non portavano barba né scarpe; avevano mani e piedi piccoli e agili, e preferivano la montagna alla pianura." .
Se vuoi interpretare questa
scurezza come una popolazione di etnia centro-nord-sud-est-ovest-africana-asiatica-quello che vi pare, perché non si prende coraggio e non la si mostra nella sua interezza?
Troppo comodo (o forse no, ma allora perché?) inserire un solo personaggio dai tratti centro-africani così, buttato in mezzo al resto della popolazione che non centra nulla con lui.
Come ultima descrizione, mi focalizzo sui vestiti dei personaggi: talvolta sono fin troppo semplici, sorpratutto quelli degli elfi; con Numenor già qualcosa si recupera, in particolare il vestito della regina; ma le spade degli elfi le vedo molto anonime, in un mondo Tolkeniano in cui anche i fermacarte hanno un nome e una propria forma.
Pure i vestiti fin troppo semplici talvolta - e anche qui l'eredità delle opere di Peter Jackson, dove tutto era super, si fa molto pesante.
I capelli corti degli elfi MAH, però ci son problematiche più grandi.
Perdona la lunghezza: da scrivere ce ne sarebbe tanto.
Ma in generale ripeto: non mi aspetto la pelle d'oca, come all'arrivo dei Rohirrim a Minas Tirith, ma né urlo al disastro totale.
Se ci saranno emozioni, le accoglierò e me le gusterò in pieno: non è tra i miei obiettivi fare il fan accanito e vedere il marcio in ogni cosa per partito preso; la mia curiosità, anche solo per il fatto che si torni alla tanto amata Terra di Mezzo e si vada indietro nelle ere, esplorando l'inesplorato, permane